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Fanni credere a una signor anziana di volerla assumere per le pulizie, ma la realtà dei fatti è ben diversa!

By

Dan Smith

, updated on

March 29, 2023

Una vita con tante difficoltà

Il tempo scorreva per Arcadia e i malanni si aggravavano sempre più. La colonna vertebrale le faceva soffrire moltissimo e tuttavia non poteva restare a casa, doveva recarsi nell’abitazione in cui l’avevano richiesta per fare le pulizie. Da persona umile Arcadia conosceva quanto fosse ardua l’esistenza soprattutto per una donna che svolgeva lavori modesti come il suo, eppure la vita è ricca di imprevisti, questo lo sappiamo, e alcuni di questi imprevisti sono positivi e possono trasformare davvero le cose.

Subito da piccola

Molti di noi hanno un’infanzia tranquilla con dei genitori che fanno di tutto per farci vivere nell’agio, sfortunatamente questo non era il caso di Arcadia, che già da piccola aveva iniziato a lavorare per sostenere i genitori molto miseri e spesso infermi. A quei tempi gli aiuti pubblici erano praticamente nulli e l’unica forza possibile per proseguire era la forza lavoro grezza, quella del lavoro semplice fisico che spesso veniva compiuto da veri e propri fanciulli. Arcadia era una bambina volenterosa, sensibile e disposta a far del bene: queste sue caratteristiche emersero sin da subito.

I problemi della mamma

La mamma di Arcadia aveva un problema grave, soffriva di una pessima forma di artrite, quindi qualsiasi cosa dovesse alzare per lei era un problema molto serio e doloroso: era una malattia invalidante. Inoltre quando si era ammalata il padre l’aveva codardamente abbandonata sola, senza denaro, con due figlie a carico: una situazione che nessuno si augurerebbe.. Nonostante la malattia la madre di Arcadia doveva badare alle sue due figlie e quindi lavorava incessantemente, piena di sofferenza ma sempre con grande onore. Questo fece capire ad Arcadia che sarebbe dovuta intervenire presto per il mantenimento della famiglia.

Arcadia diventa subito grande

La mamma era a letto tutto il giorno quindi Arcadia è stata costretta a crescere prima del tempo, iniziando a lavorare per sostenere sua madre e la sua sorellina: era una questione di necessità. Erano lavori pesanti, da donna delle pulizie o vendendo cose per strada, soprattutto abiti, piccoli oggetti e dolciumi magari a provvigione. Arcadia è sempre stata una ragazza straordinaria che si impegnava davvero per il bene della sua famiglia, desiderava solo il meglio per loro ed è comprensibile. Per questo metteva loro in primo piano e poi lei stessa e le sue necessità.

La dura fatica

Uno dei lavori più frequenti di Arcadia era quello di giardiniera, quando si occupava dei giardini di alcune ville spesso le temperature al sole erano insopportabili e veniva trattata male da alcuni dei padroni perché la ritenevano come una ragazza sudicia, trasandata. Non era di certo una situazione asupicabile per una ragazzina. Arcadia non poté nemmeno studiare perché doveva lavorare e badare alla famiglia, ma essendo una ragazza che amava impegnarsi per il prossimo non ne fece un problema e proseguì. Desiderava però offrire una vita migliore alla sua sorellina.

Matilde la piccola di famiglia

Arcadia amava e si preoccupava così tanto per il prossimo che il suo unico desiderio era che sua sorella proseguisse gli studi. “La scuola è importante per avere un buon lavoro, non vuoi fare la mia fine”, le ripeteva sempre mentre la aiutava con i compiti dopo il lavoro. Incoraggiava molto sua sorella e sperava nel suo futuro. La sua volontà era stata temprata dalle difficoltà che aveva superato e che le erano servite da lezione. La sorellina l’ascoltava e tentava di dare il massimo del suo impegno per poter soddisfare Arcadia e farle capire che i suoi sforzi non erano vani.

Di anno in anno

Arcadia aveva un sogno semplice: migliorare la sua vita e uscire dalla povertà. Questa è una necessità e aspirazione di chiunque si trovi in una situazione d’indigenza, ancor più se a caratterizzarla è la sua giovane età. Sua madre si aggravava sempre più ma voleva aiutare la figlia: non le era però possibile nè fisicamente nè economicamente. A volte cercava di alzarsi dal letto e dare una mano alla giovane Arcadia ma la malattia la vincolava e non poteva far nulla. Inoltre, non potevano permettersi di chiamare medici privati perché non avevano i soldi.

I consigli seguiti

Matilda era la sorella di Arcadia che ammirava molto sua sorella maggiore e seguiva i suoi consigli per realizzare i suoi desideri e renderla orgogliosa. Era piccola e vedeva che fatica faceva la sorella più grande: nonostante la giovane età capiva che lo faceva per lei e per la mamma a che senza Arcadia sarebbero stati reali problemi. Matilda studiava sempre, giorno e notte sui libri per far felice Arcadia in quei giorni bui. Ora Arcadia aveva 14 anni e ottenne il primo lavoro come domestica in una casa di ricchi. Fu una cosa che li rese tutti contenti.

L’occupazione dal Generale

Nella casa dove lavorava il padrone era un generale importante ed era un Generale. Arcadia ebbe subito molte mansioni da fare, tutte impegnative, come pulire e occuparsi della casa in generale. La moglie del generale si legò molto ad Arcadia e la trattò come una familiare, oltre a pagarla bene. Le faceva spesso dei regali da portare a casa, così come le chiedeva spesso di sua madre per aiutarla. L’aiutava anche dandole del cibo non consumato da lei e dal marito affinchè potessero nutrirsi in un modo adeguato sia per due ragazzine che per una donna malata quale era sua madre.

Una squisita gentilezza

Arcadia e la moglie del generale avevano un rapporto molto speciale e profondo, tanto che un giorno lei e il generale mandarono un medico a casa della mamma di Arcadia per visitarla e aiutarla. Il generale era così influente che convinse Arcadia a far portare sua madre in un ospedale militare dove l’avrebbero curata bene e a sue spese. La donna era in consizioni problematiche e questo intervento providenziale da parte di questi due benefattori era una manna dal cielo che arrivava proprio al momento giusto. Lavorare a casa del generale era per Arcadia una vera fortuna.

Nuove cure farmacologiche per la mamma

Le cure erano quello che serviva alla mamma di Arcadia, ora si sentiva meglio, ma erano solo temporanee. I medici dissero ad Arcadia che sua madre non aveva speranza e che sarebbe morta presto. La madre di Arcadia resistette qualche mese, poi morì. Arcadia pianse tanto per averla persa, ma doveva essere forte e andare avanti per sua sorella. Era il primo vero grande affetto che perdeva, ora, nonostante di fatto le resposabilità fossero state sempre sue, era la diretta resposabile della sorellina più piccola, unica parente rimasta. Sembrava ancora avverso il destino della povera ragazza che continuava ad accanirsi.

Andiamo avanti con tenacia

Arcadia era una ragazza molto forte e questa forza la aiutò a proseguire: al sua tenacia e costanza, oltre che una innata serietà, erano i suoi punti di forza che continuavano ad aiutarla nelle ripetute avversità. Si legava sempre più a quella che sembrava la sua nuova famiglia adottiva. Un giorno la moglie del generale le disse “perché non riprendi gli studi? posso darti la mattina libera da ora in poi”. Fu una frase che la colse di sorpresa, ma che pian piano entrò nella sua mente. Le sembrava un’idea meravigliosa.

I corsi serali

Arcadia all’inizio era molto esitante: aveva paura di non farcela a lavorare e studiare insieme, ma si convinse che era ancora giovane e poteva imparare tanto. La sua volontà era grande e la tenacia non da meno per cui decise che era un’avventura che avrebbe fatto. Scelse dei corsi serali per poter lavorare e portare avanti entrabe le attività. Era arretrata con gli studi e doveva recuperare molti anni, ma si accorse subito che lo studio le era facile, tanto che in un anno recuperò tutti gli anni persi.

Gli anni del liceo

Dopo aver recuperato l’anno, Arcadia era riuscita ad entrare in un liceo di qualità, come anche sua sorella, che aveva appena iniziato le superiori. Subito si trovò di fronte alla difficoltà di pagare la quota di iscrizione per lei e per sua sorella, il che la portò a fare ancora più sacrifici di prima, se possibile. Voleva che entrambe potessero continuare a studiare e questo era possibile solo se Arcadia si fosse impegnata strenuamente nel lavoro. Sua sorella proseguiva i suoi studi e nel suo cuore provava molta gratitudine verso Arcadia.

Un incontro della vita

Un giorno, mentre puliva la casa del Generale, Arcadia sentì bussare alla porta. Apre e si trova davanti un bel giovane in divisa militare. Capisce subito che si tratta di Arturo, il figlio dei suoi padroni di casa, un tenente dell’aeronautica molto apprezzato da tutti. Una volta aveva visto una sua foto sul comodino dei due ma non ci aveva badato molto. Si mette subito in ansia perché vuole fare una buona impressione al ragazzo appena giunto. La situazione era da capire bene a da gestire di conseguenza. Arcadia era sul chi va là, ma l’incotro aveva qualche cosa di positivo in sè.

Il giovane si chiama Arturo

Fin dal primo incontro il ragazzo si mostrò davvero gentile con lei, si fecero le presentazioni e anche se lei era una semplice domestica Arturo la considerò come una persona alla sua stessa altezza. Le parlò un po’ della sua vita, dicendole che era appena rientrato da una missione e avrebbe trascorso un lungo periodo a casa per godersi un po’ di riposo meritato. In quei mesi Arturo conobbe a fondo Arcadia, che era una ragazza molto bella, e se ne innamorò profondamente, come non gli era mai capitato prima.

Non la prende bene

Abbiamo detto che la madre di Arturo era una donna molto magnanima e che aveva accolto Arcadia come una dei suoi, eppure quando suo figlio le confidò del loro amore rimase scioccata perché in fondo lei era sempre una donna umile, “inferiore” secondo i loro criteri. La madre però non disse mai male di Arcadia, la lodò tantissimo anche davanti a suo figlio, arrivando però alla conclusione che non avrebbe mai potuto sposarla in quanto ragazza troppo modesta. Bisognava trovare una quadra alla situazione che non si stava mettendo per il meglio. Cosa avrebbe potuto aiutare l’amore dei due ragazzi?

Arriva il Generale

Ovviamente Il Generale era la vera personalità di rilievo in quella casa e l’ultima decisione spettava a lui. Il Generale intuì subito che suo figlio era davvero innamoratissimo e ciò lo spinse a approvare quella loro unione. Voleva solo che suo figlio fosse felice. Con la sua grande eloquenza e la sua autorità morale riuscì a persuadere sua moglie che non ci fosse niente di male in quell’unione. La moglie si convinse e insieme organizzarono un fantastico matrimonio. Arcadia e Arturo si sposarono 6 mesi dopo. Erano felici e gli sembrava di vivere in un sogno. Era finalmente arrivata la felicità per Arcadia?

Due cuori e una casa

Dopo il matrimonio e una bellissima luna di miele, la coppia ricevette l'aiuto del generale, sia morale che finanziario. L’uomo era convinti dell’amore dei due ragazzi e voleva aiutarli in tutto e per tutto. Quest'ultimo comprò loro una casa di campagna dove si trasferirono felici: era una vita incredibile che rendeva felice la donna. Tuttavia, la felicità durò poco: il marito fu richiamato in servizio militare e l'idillio finì. Arcadia soffriva molto, aspettando le lettere d'amore del marito che arrivavano con regolarità. Voleva stare con suo marito e non era possibile.

Una lettera e mai più

Arcadia cercava di gestire la casa sua e di Arturo con attenzione, ma la sua tristezza cresceva sapendo che il marito era lontano in guerra e che il rischio di non rivederlo era alto. Lui le inviava lettere dolci e le raccontava di aver mostrato con orgoglio la loro foto insieme. Ma quella sarebbe stata l'ultima lettera che avrebbe ricevuto da lui. Arcadia che avrebbe voluto riabbracciare suo mariot e vivere nella loro amena casa di campagna ancora una volta era vittima di un destino che le strappava le persone che amava.

La morte

Poco dopo l'ultima lettera, Arcadia ricevette una notizia terribile: suo marito era morto in battaglia. Fu devastante per lei, che pianse per giorni. Il suo dolore era inconsolabile. Tutto ciò che aveva trovato e amato le era stato portato via. Era la seconda volta che la vita le strappava qualcuno che amava e la sofferenza era profonda e pungente. Ci vollero molti giorni prima che potesse accettare la perdita e trovare la forza di guardare al futuro. Anche solo capire che avrebbe dovuto lavorare o agire uscendo dall’immobilismo che il dolore le aveva creato.

La casa resta

Il Generale si recò in visita presso Arcadia facendole presente che nonostante il figlio fosse venuto a mancare sicuramente la nuora avrebbe continuato a poter vivere nella casa che era di proprietà del figlio senza pagare alcuna spesa tranne quelle di mantenimento. Inoltre, se le avesse fatto piacere ,avrebbe potuto riprendere la sua posizione come domestica a casa dei genitori per potersi mantenere onestamente e quindi vivere una vita decente. Era un punto di partenza dopo questo grande dolore.

I due poli: suocera e sorella

Arcadia avrebbe voluto con tutto il cuore sua sorella di fianco ma non c’era. Sembrava indifferente alle sue sofferenze, a lei che l’aveva mantenuta, incoraggiata, aiutata. In tutto questo bisognava trovare anche il nuovo equilibrio con la suocera. Il matrimonio non era la cosa che la donna sperava per suo figlio e mai aveva visto Arcadia come la nuora dei sogni. Come quindi si sarebbero messi ora i rapporti tra le due donne? L’affetto c’era per cui bisognava ripartire da questo e fare in modo che nascesse un nuovo rapporto

Un fortunato incontro anche se casuale

Mentre tornava dalla villa, Arcadia vide alcuni bambini abbandonati che cercavano di ripararsi dalla pioggia sotto un piccolo telo di plastica. La situazione la commosse profondamente, e sentì l'impulso di aiutare quei piccoli in qualche modo. Tuttavia, non sapeva bene come fare. Quella scena le ricordò la sua infanzia difficile e le difficoltà che aveva dovuto affrontare. Nonostante tutto, sentì la necessità di fare qualcosa di concreto per quei bambini, e si rese conto che quel desiderio di aiutare era un modo per alleggerire il suo dolore e la sua solitudine.

Quella capanna nel nulla

La domanda che tormentava la mente di Arcadia era come si potessero lasciare dei bambini in balia di loro stessi e dei pericoli dell'ambiente circostante in un luogo abbandonato. In aggiunta la capanna dove si stavano preparando in quel giorno particolare da quella pioggia battente era un luogo poco salutare e accampato. Se i tre bambini avessero continuato a vivere in quello stato brado sicuramente non avrebbero potuto vivere o sopravvivere in maniera decente per questo motivo Arcadia si sentì in dovere di intervenire a quella situazione improponibile.

Prendersi cura di altri esseri umani

Arcadia si sentì molto triste per i piccoli abbandonati nel parco. Dalle loro parole capì che i loro genitori li avevano lasciati lì e non erano mai più tornati. Con un gesto gentile, decise di portarli a casa sua per offrire loro un rifugio sicuro e confortevole. Nonostante la casa non fosse perfetta, Arcadia era sicura che sarebbe stata meglio del freddo e della pioggia. Era molto colpita dalla loro storia e sapeva che doveva fare qualcosa per aiutare questi bambini denutriti e sporchi. L’azione sembrava d’obbligo e la donna non avrebbe mai abbandonato i bambini al loro triste destino.

Tanto amore ritrovato

Arcadia si prese cura dei piccoli come se fossero i suoi figli e decise di adottarli ufficialmente. Li portò dalla polizia per denunciarli come propri figli, anche se sapeva che sarebbero stati portati in un orfanotrofio per qualche tempo. Ma poi, una volta che aveva fatto tutte le carte necessarie, li adottò a tutti gli effetti e li portò a casa con lei. Nonostante fosse una grande responsabilità, Arcadia era felice di avere finalmente una famiglia e di poter offrire ai suoi figli un'infanzia felice e amorevole, dove sarebbero stati protetti e curati.

Solo una parte di tempo all’orfanotrofio

I tre ragazzi furono costretti a trascorrere del tempo in un orfanotrofio, un luogo difficile dove molti bambini sono abbandonati e lasciati a se stessi. Arcadia sapeva bene quanto fosse duro per loro vivere in un luogo simile, quindi decise di intervenire subito e adottarli, anche se aveva già molte preoccupazioni. Le cose potevano essere difficili all'inizio, ma voleva che i ragazzi avessero un futuro migliore, lontano da quel posto che poteva causare loro danni psicologici irreparabili. Tutto sarebbe stato più adatto piuttosto che lasciarli in quel posto triste quale era l’orfanotrofio.

Università e soddisfazioni

Con il passare degli anni, i ragazzi crebbero e si svilupparono in adulti di successo. Terminarono gli studi universitari e la maggiore dei tre diventò una brava avvocatessa, che dovette andarsene dalla casa di Arcadia proprio come aveva fatto Matilda. Arcadia ebbe paura che anche lei l'avrebbe presto dimenticata, ma la ragazza adottiva continuava a mantenere i contatti e a mandare soldi per ringraziarla dei tanti sacrifici fatti. Arcadia era felice e orgogliosa di quello che i suoi figli adottivi avevano raggiunto e sapeva che aveva fatto la scelta giusta adottandoli.

Giovani di successo

Come sempre accade con i figli, arriva il momento che se ne vanno da casa lasciandola vuota, fredda. Dopo la maggiore anche i fratelli se ne dovettero andare per perseguire i propri sogni, tutti avevano trovato lavoro. Arcadia finì sola di nuovo e cominciava tra l'altro a sentirsi vecchia, le magagne erano davvero forti, come quelle della sua defunta madre, ma non voleva essere minimamente di peso ai ragazzi, sognava per loro una vita piena di successi e felicità da soli. Arcadia con la sua bontà aveva ancora fatto centro ed era riuscita a salvare ben tre vite. Non voleva in cambio niente: voleva solo fare del bene.

L'età avanza.

La vecchiaia ci cambia tutti profondamente e Arcadia non era certo un'eccezione a riguardo. La salute veniva meno e anche i suoi figli si resero conto che qualcosa non andava. Inoltre era rimasta veramente sola e aveva perso il lavoro a causa della morte del generale e di sua moglie. Ora era da solo, malata e aveva perso il lavoro. Doveva darsi da fare, era vietato abbattersi. Aveva ancora bisogno di un lavoro anche perché nessuno le avrebbe dato una pensione per vivere senza fare nulla. Di nuovo si trovava da sola a dover affrontare delle difficoltà. Come le avrebbe risolte?

La sua vita

La vita di Arcadia era stata dedicata all'adozione e alla cura dei suoi tre figli. Con il passare degli anni, i ragazzi crescevano e seguivano le proprie strade. La casa, un tempo animata dalla presenza dei figli, ora si svuotava lentamente. La salute di Arcadia declinava, ma non voleva essere un peso per i suoi figli. La sua speranza era che avessero una vita felice e di successo, anche se questo significava separarsi. Tuttavia, la solitudine cominciava a farsi sentire sempre di più, rendendola consapevole della sua età e dei suoi limiti.

I debiti aperti

L'altruismo di Arcadia si estendeva anche a sacrifici economici, che lei faceva con una riservatezza che neanche i suoi conoscevano. Per pagare gli studi dei suoi figli, si trovò costretta a mettere un'ipoteca sulla sua casa, ma la sua determinazione rimase intatta. La donna accettò un lavoro da donna delle pulizie per sostenere la sua famiglia e fare in modo che i suoi figli potessero avere un futuro migliore. Nonostante le difficoltà, Arcadia dimostrò di avere una forza interiore ineguagliabile, e una generosità senza limiti nei confronti delle persone che amava..

Arriva una proposta di lavoro

Ad Arcadia era stato proposto un lavoro da domestica e lei aveva accettato. Anni dopo, si svegliava ogni mattina per andare a lavorare, nonostante i suoi acciacchi. Ma un giorno tutto cambiò. Arrivò sul posto di lavoro e trovò una casa impeccabilmente pulita. Era sconcertata e non capiva come potesse esserci tanto poco da fare. Poi una donna elegante la invitò a fare colazione e le disse che c'erano persone che volevano conoscerla. Inoltre, un camioncino suonava il clacson. La vita di Arcadia stava per prendere una svolta pazzesca.

Una strana situazione

Arcadia, come ogni giorno, si aspettava una routine fatta di sudore, fatica e dolori. Invece, quel giorno sarebbe stato diverso. Essendo una persona molto professionale, aveva fatto il suo ingresso al lavoro puntualissima e indossando un nuovo grembiule pulito. Ma la casa che avrebbe dovuto pulire era già perfettamente pulita, il che lasciò Arcadia perplessa. Si chiese come avrebbe potuto fare di meglio. Perchè era lì se apparentemente quella casa non aveva bisogno di nulla? le domande le frullavano in testa e la situazione era decisamente strana.  Si guardava intorno e non si capacitava.

Ma cosa sta succedendo?

Dentro la casa, che sembrava appena ristrutturata, Arcadia si sentì disorientata. Non capiva chi l'avesse chiamata e perché. Non c'era niente da pulire, e quando una donna elegante l'accolse invitandola a fare colazione, Arcadia fu sorpresa. Non le era mai successo prima. La donna le disse che c'erano persone che volevano conoscerla. Nel frattempo, un camioncino si avvicinava suonando il clacson. Arcadia si chiese cosa stesse succedendo e cosa avrebbe dovuto fare. Si stavano prendendo gioco di lei? Dove erano i suoi potenziali datori di lavoro? Ancora non di vedeva nessuno se non quel camioncino.

I miracoli della vita

Un evento incredibile stava per accadere nella vita di Arcadia. Mentre si preparava per un'altra giornata di lavoro, notò che la sua casa era stranamente pulita e in ordine. Poi arrivò una donna elegante che l'invitò a fare colazione, una cosa mai accaduta prima. In seguito, un camioncino arrivò suonando il clacson, ma Arcadia rimase sconcertata quando vide che era carico di tutti i suoi vestiti e mobili. Mentre si chiedeva se qualcuno stesse rubando le sue cose, i suoi figli adottivi uscirono dal camioncino, felici di rivederla. Era un regalo dei suoi figli: una nuova casa, comprata per lei, dove trascorrere la vecchiaia. Arcadia era sopraffatta dall'amore dei suoi figli e commossa fino alle lacrime.

L’amore porta al bene

Arcadia era confusa, ma al tempo stesso grata e felice per ciò che stava accadendo. Iniziò a capire che i suoi figli adottivi avevano pianificato tutto: la nuova casa, il trasloco e l'ipoteca. Quella casa, ora, era la sua casa, il suo nido per la vecchiaia. Arcadia non poteva crederci e si chiese come avesse fatto a meritarsi tutto ciò. I suoi figli le dissero che aveva sempre fatto tutto per loro, senza chiedere nulla in cambio, e che questa era la loro maniera di ringraziarla. Era un nuovo inizio per Arcadia, un inizio fatto di amore, gratitudine e felicità.

Quando il bene trionfa su tutto

Arcadia non aveva mai avuto una grande famiglia ma si era creata la sua, accogliendo figli adottivi che aveva cresciuto come se fossero suoi. Era sempre stata forte e indipendente, ma quando la vita le aveva riservato un brutto colpo, la donna aveva trovato conforto in una gentile signora che le aveva offerto una colazione. Ciò che era successo poi era stato incredibile: i suoi figli adottivi erano usciti da un camion da trasloco, portandole la felicità che pensava di non meritare. E ora, nella casa regalata dai suoi figli, Arcadia si sentiva finalmente a casa. Aveva imparato che l'amore non arriva mai dove lo cerchiamo, ma ci sorprende quando meno ce lo aspettiamo.

Gran finale

Dopo una vita di sacrifici per gli altri, finalmente Arcadia ha trovato la pace e la felicità che meritava. Grazie all'amore dei suoi figli adottivi, ha una casa meravigliosa e non si sente mai sola. Tuttavia, non può dimenticare la sua sorella Matilda, di cui non sa nulla da anni. Spera di poter riallacciare i rapporti e non perde mai la speranza di poterla riabbracciare presto. La vita di Arcadia sembra una favola, ma è stata guadagnata con il duro lavoro e l'amore per la famiglia.

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